Di seguito una serie di quesiti e problemi che l’oculista si sente più frequentemente porre a proposito dei trattamenti con laser ad eccimeri e relative risposte.
Il candidato ideale al laser deve avere:
– Età superiore ai 20 anni;
– 2 anni di stabilità del difetto refrattivo;
– Per la miopia i valori ottimali sono quelli compresi tra 1 e 9 diottrie, per la ipermetropia e l’astigmatismo valori superiori alle 5 diottrie sono difficili da azzerare.
Chi è stato sottoposto a trattamento con laser ad eccimeri può partecipare a tutti i concorsi; l’interdizione riguarda infatti i pazienti sottoposti a chirurgia incisionale (cheratotomia radiale o curva). L’ ente spaziale americano (NASA) per esempio ammette e ritiene sicuri ed efficaci per i propri piloti entrambe le procedure refrattive (PRK e LASIK).
Tra i requisiti necessari per essere buoni candidati al laser bisogna avere più di vent’annie almeno uno o due anni di stabilità del difetto; se si rispettano queste regole la miopia non ricompare.
Tutti i difetti sono eliminabili; i candidati migliori sono nell’ordine i miopi, gli astigmatici miopici, gli ipermetropi, gli astigmatici ipermetropici, i presbiti .
Dopo una LASIK il recupero visivo è pressoché immediato, dopo una PRK è necessario aspettare 3-4 giorni per la ripresa delle normali attività quotidiane, circa 3-4 settimane per una ripresa visiva pressoché ottimale.
L’ uso del collirio è frequente nei primi 3-4 giorni (ogni 4-5 ore), molto più rado (2-3 volte al giorno) nei primi 30-60 giorni.
Il trattamento laser può essere eseguito durante tutti i periodi dell’anno anche se per la procedura di PRK è meglio evitare in mesi estivi.
L’intervento tecnicamente può essere effettuato anche durante gravidanza e/o allattamento, però è meglio evitare perché a seguito della gravidanza potrebbero verificarsi lievi modificazioni del difetto visivo e inoltre sarebbe meglio evitare l’assunzione dei colliri necessari nel post-operatorio durante il periodi di gravidanza e/o allattamento.
Escluse per un mese le attività subacquee per tutte le altre la ripresa può essere immediata (dopo 1 settimana).
L’intervento in se non è assolutamente doloroso (perché si effettua dopo l’instillazione di poche gocce di collirio anestetico); il post intervento è altrettanto non doloroso nella LASIK; il fastidio è variabile in maniera molto soggettiva nella PRK, per tre giorni è possibile accusare bruciore, senso di corpo estraneo, fotofobia e lacrimazione.
Assolutamente no; dopo il trattamento di PRK si applicano delle lenti a contatto terapeutiche che riducono i fastidi, è solo necessario stare in ambienti puliti per evitare il rischio di infezioni.
È meglio evitare per circa 10 giorni.
A parte il fatto che l’eventualità di un difetto residuo tale da richiedere l’uso delle lenti a contatto è molto, molto remota, non ci sarebbe comunque nessuna controindicazione all’uso delle lenti a contatto.
Attualmente la maggior parte dei soggetti trattati, se correttamente selezionati, ha un visus naturale post operatorio superiore ai dieci decimi (a volte anche di 15-16 decimi); quello che in ogni caso si può garantire è la non dipendenza dall’occhiale (è chiaro che se anche dovesse residuare un difetto di 0,25 o 0,50, l’uso degli occhiali diventerebbe comunque inutile o molto occasionale).
Il rischio post operatorio più importante è quello delle infezioni, perciò è necessario un comportamento assolutamente corretto nei primi 3 giorni dopo l’intervento (ambienti puliti, mani pulite, gocce di antibiotico ogni 4-5 ore, alla larga da animali domestici); giova ricordare che il rischio infezioni è corso anche dal portatore di lenti a contatto, specie se portatore scorretto.